UN GIALLO LETTERARIO NELLA BOLOGNA DI FINE SETTECENTO

LA STAMPA APOCRIFA DELLE “ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS”

Quanti di noi a scuola avranno sbuffato dovendo studiare la figura e le opere di Ugo Foscolo? Eppure, questo grande potrebbe risultare ben più attraente se nel divulgare i suoi scritti venisse meglio narrata la vicenda che riguarda la pubblicazione del romanzo “Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Si tratta di un vero e proprio giallo letterario compiutosi nella Bologna di fine Settecento.

Frontespizio Foscolo

Foscolo soggiornò nella nostra città subito dopo l’arrivo dei Francesi. Nel 1798 lavorò anche come impiegato presso la sezione criminale del famoso Tribunale del Torrone. In quello stesso periodo stava preparando la stampa del primo romanzo epistolare italiano, il famosissimo “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, appunto. L’editore che doveva pubblicare il volume era il bolognese Jacopo Marsigli e nel marzo 1799 i materiali raccolti per la stampa erano a buon punto. Proprio allora il poeta fu richiamato per prestare servizio nel reggimento in cui si era arruolato come volontario. Il malcapitato editore si ritrovò in difficoltà e sia per non disperdere il lavoro già pronto sia perché non poteva sapere se e quando Foscolo avrebbe fatto ritorno in città, decise di rivolgersi a tal Angelo Sassoli per concludere l’impresa.

Angelo Sassoli era persona tristemente nota a Bologna. Laureato in legge e dapprima ideatore con Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis dell’insurrezione del 1794, aveva poi denunciato i compagni (che erano tragicamente morti) e subìto egli stesso un processo da cui era uscito quasi indenne proprio per quel suo tradimento. Appassionato di belle lettere, nel momento in cui Marsigli si rivolse a lui, sopravviveva -tra l’altro- prestandosi a fare quello che oggi noi definiremmo “editor”.

Il romanzo uscì nei tempi prestabiliti ma, visto che nel frattempo le truppe austro-ungariche avevano ripreso il controllo di Bologna, ben presto la censura pontificia lo fece togliere dalla circolazione: i contenuti eccessivamente libertari non potevano di certo essere facilmente tollerati. Marsigli però non era troppo del parere di perdere i denari investiti, pertanto, fece un’operazione anche peggiore della precedente: preparò una nuova edizione con un diverso titolo, togliendo le pagine più compromettenti e aggiungendone altre che nulla avevano a che fare con il testo originale.

L’anno successivo i Francesi ripresero il controllo della città e di nuovo Marsigli fece uscire un’ulteriore edizione dell’opera ripristinando i contenuti della prima e tornando al titolo iniziale. Per di più, visto che l’opera era stata ideata come un romanzo epistolare, Angelo Sassoli figurava come personaggio e come curatore con l’indicazione di Angelo S.. Quest’ultimo espediente avrebbe inoltre impedito ad Ugo Foscolo di reclamare i diritti d’autore.

Con una lettera da Firenze datata 2 gennaio 1801 e  pubblicata sulla “Gazzetta Universale” del giorno successivo Foscolo si produsse in un veemente disconoscimento del volume dato alle stampe più volte snaturato. Le sue esatte parole furono: “…Onde, fino a che mi concedano i tempi di riprendere la stampa dell’autografo delle ‘Ultime lettere di Jacopo Ortis’, io protesto apocrife e contaminate in ogni loro parte tutte quelle che saranno anteriori al 1801, e che non avranno in fronte questo rifiuto”

L’opera venne ripubblicata a Milano l’anno successivo presso i tipi del Genio Tipografico a spese dello stesso autore che, nel frattempo, ne aveva modificato fortemente la trama.

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