L’emozione è un istante e balena e subito fugge…

Bologna, 26/06/2014. Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Inaugurazione mostra Antico e Moderno. Acquisizioni della Fondazione Carisbo per la storia di Bologna (2001-2013) ?  Dal Trecento all'Ottocento. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

Birichino (Gavroche), Medardo Rosso – Credits Paolo Righi-Meridiana Immagini

La piccola scultura di Medardo Rosso, entrata a far parte delle raccolte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna nel 2005 e oggi esposta a Palazzo Fava all’interno della mostra Antico e Moderno. Dal Trecento all’Ottocento, è ben rappresentativa delle peculiarità stilistiche dello scultore, che lo vedono tra i protagonisti assoluti dell’arte tardo-ottocentesca, tanto che il suo catalogo sarà di ispirazione per tutta la generazione successiva di artisti, da Picasso fino ai futuristi italiani.

Bologna, 26/06/2014.  Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Inaugurazione mostra Antico e Moderno. Acquisizioni della Fondazione Carisbo per la storia di Bologna (2001-2013) ?  Dal Trecento all'Ottocento.  Foto Paolo Righi/Meridiana ImmaginiIl termine Gavroche si deve alla diffusione che ebbe in Francia a partire dal 1889, anno del trasferimento di Rosso a Parigi. Quando venne presentato per la prima volta a Milano, verso il 1882, il titolo era Birichino.

Come quasi tutte le opere dell’artista, anche questa ha un solo punto di vista privilegiato da cui ammirarla, mettendo in discussione la tridimensionalità della scultura. Altro aspetto peculiare è la modalità con cui viene realizzato, con un’anima di gesso e carta rivestita nella parte anteriore in cera. Tecnica che permise all’artista di effettuare continue variazioni sul modello originale, ritagliando il volto, aggiungendo piccoli sfondi, cambiando il colore della cera. Tipico di Rosso è imprimere nella scultura effetti fugaci di luce e movimento, proponendo temi quotidiani e ordinari, quasi sempre ridotti ad una semplice espressione di sentimento – “L’emozione è un istante e balena e subito fugge” – tutti elementi qui ben espressi.

Birichino (Gavroche) ebbe un successo straordinario e se ne conoscono moltissime versioni, soprattutto in bronzo. La straordinarietà di questa è nell’essere, al momento, l’unica versione in cera conosciuta.

Il termine di scultore impressionista con cui viene ancora oggi indicato è per lui riduttivo, e come giustamente indicava Rosso stesso, quello che lui cercava era “l’effetto” che un soggetto gli aveva ispirato, evitando quindi anche gli esiti pittorici e plastici fini a sé stessi. D’altronde opere come Birichino, che si potrebbero già enunciare come ‘impressioniste’, in realtà nascono a Milano entro la cultura della Scapigliatura lombarda. Di certo Rosso venne e viene ancora oggi indicato come lo scultore impressionista per eccellenza, raggiungendo, e per tanti versi superando, le esperienze plastiche di Degas, di cui fu amico.

Durante gli anni parigini l’artista amava esibirsi in vere e proprie performance, eseguendo davanti al pubblico e agli amici le fusioni delle sue opere. Anche questo aspetto di totale controllo dell’esecuzione delle opere lo differenzia dalla cultura dell’epoca, che per gli artisti di successo vedeva trasformare la bottega in una piccola realtà industriale, in cui l’artista interveniva solo nelle fasi finali dell’esecuzione.
Celebre in tal senso è lo scontro con Auguste Rodin (1840-1917), con cui ebbe rapporti ufficiali amichevoli, ma di cui non poteva apprezzare la retorica e la gestione imprenditoriale del laboratorio, ed infatti fu da esso ostacolato durante tutto il soggiorno parigino, tanto che la critica ufficiale francese tentò in ogni modo di oscurare il ruolo che Rosso ebbe nel rinnovare radicalmente la scultura tardo ottocentesca, ancorata alla cultura accademica che si dibatteva tra realismo borghese e retorica ufficiale.
Dopo il rientro a Milano nel 1920 fu sempre meno coinvolto nell’esecuzione di nuove opere e lo stato di salute ogni giorno più grave e precario lo porterà alla morte nel 1928.

Da “scheda a cura di Roberto Martorelli” in Antico e Moderno. Acquisizioni e donazioni per la storia di Bologna

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