Le battaglie bolognesi “dimenticate”

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La battaglia medievale che sicuramente tutti i Bolognesi ricordano è quella di Fossalta (1249), combattuta contro i Modenesi, che portò alla cattura di Re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II. Dopo la sua cattura, il sovrano visse il resto della sua esistenza all’interno di una prigione dorata nel pieno centro cittadino: il palazzo prese poi il suo nome e ancora lo porta.

Ma quante battaglie vinsero i Bolognesi e quali sono quelle meno note? Tante: ne esporremo due tra le più significative, che comunque lasciarono un notevole segno.
Certo, in pochi conoscono una battaglia avvenuta il 1° settembre 1271 tra Bolognesi e Veneziani. Ci si chiederà il motivo di un contenzioso con Venezia. Apparentemente, infatti, non sembrano potervi essere punti in comune o di scontro tra le due città: una padana e una lagunare.
Perché mai Bologna avrebbe dovuto avere contrasti con Venezia?
Ebbene, Bologna è piena di rivi, di cavi, di canali interni ed esterni alla città (ora in massima parte interrati). Lungo i percorsi delle acque erano dislocate le cartiere, le concerie, i mulini e tutte le manifatture artigianali che da quelli traevano l’energia utile per funzionare. Inoltre e soprattutto, a Bologna era fiorente e gloriosa l’attività legata alla produzione di seta e una delle principali vie di comunicazione legata ai commerci passava dal porto sul Canale Navile.

E proprio per questa via d’acqua privilegiata a Venezia crebbe il timore di una perdita di potere legata all’espandersi di un’economia ormai forte. Cosa fecero dunque i Veneziani per tentare di rallentare questo sviluppo? Poiché dal mare ai porti del Po che successivamente conducevano a Bologna si doveva passare dal porto di Primaro (loro dominio), continuarono ad inventarsi nuove gabelle. I Bolognesi si stancarono presto e sfruttando il percorso del Navile, nel 1271 alla Polesella il generale genovese Lanfranco Malucelli al comando delle truppe bolognesi di terra e di acqua riuscì a sconfiggere quelle veneziane guidate dal nipote del Doge, Iacopo Contarini.
La più grande potenza marinara d’Italia fu amaramente battuta dall’esercito della città di pianura per eccellenza! Con la vittoria inaspettatamente conseguita Bologna ottenne dazi favorevoli e commercio privilegiato, cosicchè i prodotti della città poterono diventare ancora più competitivi.

Un’altra battaglia quasi dimenticata, è sicuramente quella svoltasi nell’agosto 1443 nei pressi di San Giorgio di Piano: le milizie di Annibale Bentivoglio ebbero la meglio sulle truppe viscontee. Annibale era figlio naturale di Anton Galeazzo e alcuni anni prima (1435) aveva dovuto lasciare Bologna in seguito all’uccisione del padre per ordine del vescovo Daniele Scotto, allora governatore pontificio della città. Nel frattempo, i Bolognesi avevano chiesto aiuto ai Visconti, che avevano messo a capo di Bologna Niccolò Piccinno. Costui governava come un signore assoluto. Nel 1441 Annibale sposò Donnina Visconti e da lei ebbe due figli: il maschio divenne poi Giovanni II.

Niccolò Piccinno considerò subito Annibale come un pericolo per i suoi privilegi, pertanto lo fece catturare e rinchiudere nel castello di Varano, in prossimità di Parma, che allora era sotto il dominio milanese. Il Bentivoglio, aiutato da Galeazzo Marescotti de’ Calvi, aristocratico bolognese, riuscì ad evadere grazie ad una rocambolesca fuga il 3 giugno 1443. Rientrato segretamente a Bologna si imbattè in una rivolta organizzata da tutte le maggiori famiglie nobili della città che tendeva a cacciare Piccinno. Alcune fonti storiche riportano che in breve tempo Annibale prese le redini di tale sollevamento e che – appunto nella battaglia di San Giorgio di Piano – sconfisse le truppe milanesi comandate da Luigi Dal Verme. Fu così che, alla vigilia dell’Assunta, il popolo, preceduto dalle truppe si recò in processione alla cosiddetta Rotonda, chiesa dedicata alla Madonna sul colle dell’Osservanza, per ringraziare la Vergine della vittoria. La chiesa esiste ancora oggi, inglobata negli spazi di Villa Aldini.

Successivamente, cacciato Piccinino, nel 1445 i Bolognesi elessero Annibale capo dei Sedici Riformatori, in pratica Signore della città.

Ancora una volta, l’aspirazione all’autogoverno e la spinta verso la libertà avevano avuto la meglio, così come avvenne in tante altre occasioni nella storia ultra millenaria di Bologna.

Nel mese di gennaio il ciclo di visite guidate I Giovedì a Palazzo Pepoli è dedicato a “Bologna e la guerra”:
8/1 Battaglie medievali
15/1 I moti dell’Ottocento
22/1 La Grande Guerra
29/1 La seconda Guerra Mondiale


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