L’antenato del calcio a Bologna: l’antico gioco del pallone

Gioco del Pallone allo Sferisterio
Lo storico del Rinascimento Jacob Burckhardt lo definì il gioco classico degli Italiani.
Il primo manuale che lo ufficializzò fu pubblicato a Venezia nel 1555: era il Trattato del giuoco della palla di Messer Antonio Scaino da Salò.
Di cosa stiamo parlando? Del gioco del pallone…quello che a partire dai primi anni del Novecento sarebbe stato soppiantato dal foot-ball inglese.

A Bologna già nel Quattrocento si giocava al pallone col bracciale prima in piazza San Domenico e poi in piazza Maggiore. Da gioco riservato ai soli aristocratici era infatti divenuto in breve tempo assai popolare.

bracciale gioco pallone
Nel secolo XVII i nobili si cimentavano in partite anche nel Salone del Podestà che, proprio per questo motivo, venne chiamato anche Sala del Pallone. Ma il pubblico, anche allora, era assai irruente e verso la fine del Seicento teatro della competizione divenne la piazza del Mercato, l’attuale piazza dell’Otto Agosto.

Nel secolo successivo, intorno al campo, che misurava ben settantadue pertiche, vennero predisposti palchi di legno e strutture mobili per accogliere, oltre al pubblico, i suonatori di trombe e strumenti vari. Chi gestiva il tutto erano impresari, che si impegnavano alla manutenzione dell’impianto e anche all’ordine pubblico. Come muro di sponda venivano utilizzate le facciate delle case che si affacciavano sulla piazza e questo generò non pochi reclami sia per i danni sia per gli schiamazzi.

Per porre fine a queste problematiche, venne decisa la costruzione di un’apposita struttura. Nel frattempo, in età napoleonica, Giovan Battista Martinetti e Giuseppe Tubertini erano stati incaricati di ridisegnare il giardino della Montagnola. Dopo la presentazione di vari progetti e la scelta del luogo (ad est del giardino, lungo il Canale delle Moline), nel 1820 venne dato inizio ai lavori.
Lo Sferisterio fu dunque inaugurato nel 1821, nello stesso periodo in cui il gioco del pallone col bracciale raggiungeva la massima popolarità non solo a Bologna, ma in tutta l’Italia. Si giocava da aprile a ottobre: le partite si tenevano quasi tutti i pomeriggi alle cinque.

Periodico lo Sferisterio
Ma, in pratica, come si svolgeva una partita? Le squadre erano ovviamente due, ognuna composta da tre giocatori. La divisa, preferibilmente bianca, era caratterizzata da una fusciacca in vita di diverso colore. Il pallone (il cui diametro variava dai dieci ai quindici centimetri) era di cuoio con camera d’aria interna. Veniva “manovrato” con il bracciale: un attrezzo di legno con l’aggiunta di rialzi a punta di diamante in genere ricavato da un unico pezzo, che pesava circa due chili.

La mano vi si infilava fasciata per proteggerla dai colpi. Il campo era lungo tra i novanta e i cento metri e largo tra i sedici e i venti. Un muro di appoggio doveva sorgere su uno dei lati lunghi. Il punteggio veniva calcolato in base ai falli e/o ai punti.
La vittoria era della squadra che per prima raggiungeva i sessanta punti o che, dopo un limite temporale di due ore, risultava in vantaggio in quel momento.

Come già detto, all’inizio del Novecento l’antico gioco perse la sua popolarità e anche lo Sferisterio subì un grave e profondo degrado. Nel 1955 venne coperto per essere utilizzato come padiglione dell’Ente Fiera di Bologna. In seguito venne suddiviso in tre settori per la pratica del basket, della pallavolo, del calcio a cinque e del pattinaggio a rotelle.
Tuttora ospita quella che è conosciuta come Palestra Baratti.

Dell’antico splendore rimangono fortunatamente le testimonianze fotografiche e i documenti d’archivio: ancora una volta, le carte ci aiutano a ricordare…