“Entrate e ascoltate queste sculture” Intervista ai nipoti di Arturo Martini

Inaugurazione della mostra "Arturo Martini. Creature. il sogno della terracotta". Foto di Paolo Righi - Meridiana Immagini

Inaugurazione della mostra “Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta”. Foto di Paolo Righi – Meridiana Immagini

Siamo felici di condividere con voi uno sguardo intimo e personale su Arturo Martini.
L’artista e l’uomo, raccontato in un’intervista gentilmente concessa dai nipoti Graziosa e Arturo Bertagnin, artisti a loro volta.

1) Sappiamo che non avete avuto modo di conoscere vostro nonno, ma ne parlate come
se avesse sempre fatto parte della vostra vita. In che modo, quindi, è stato “presente” e
cosa pensate di avere ereditato da lui?

Noi siamo nati e cresciuti con Martini: il rispetto e l’amore dei nostri familiari ce lo hanno
reso vicino sempre, con grande naturalezza e partecipazione. La nonna Brigida cucinava
per noi i suoi piatti preferiti, la pasta e fagioli e la cima alla genovese.
La mamma ci ripeteva i buffi ritornelli che suo padre cantava lavorando.
Sapevamo quali dei nostri comportamenti avrebbe apprezzato: ascoltare la musica,
leggere, amare il colore rosso per esempio e quali no, come dimenticare di essere noi
stessi per conformismo.
Come lui amiamo la libertà, siamo semplici, selvatici e anche un po’ matti!

2) Durante la conferenza stampa della mostra siamo rimasti colpiti da due vostre frasi:
“siamo cresciuti nella bellezza” e “entrate e ascoltate queste sculture”. Potreste dirci
qualcosa di più sul loro significato?

Un artista rivela la sua natura più autentica attraverso le opere: noi abbiamo respirato
l’amore fatto di meraviglia che Martini nutriva per ogni creatura del mondo.
Animali, alberi, uomini e donne, fiere come la Lupa o in paziente Attesa d’amore.
A tutti questi soggetti Martini da’ vita con incanto e partecipazione, attraverso una
tecnica straordinaria che sublima l’impeto e la passione, creando una bellezza fuori dal
tempo.
Tra le opere e gli spazi di Palazzo Fava si è creata una sorprendente alchimia.
Bisogna entrare e perdersi in questa temporanea galassia martiniana, lasciare scorrere
libero lo sguardo sulle sculture. Il loro spesso è rivolto in alto, verso il cielo, o dentro un pensiero segreto. Nella nostra emozione, le ascolteremo.

3) Esiste un’opera alla quale siete particolarmente legati?

La Nena e la Convalescente sono la nostra mamma…Ma ognuna in modo diverso comunica con forza il suo essere: la Madre Folle, L’Attesa, il Chiaro di Luna, L’Aviatore
Pensiamo agli Sport Invernali, con la figura femminile che sembra uscita da una sfilata di
moda e il giovane nudo al fianco, modernamente irresistibile.

E voi, siete entrati a Palazzo Fava e avete ascoltato queste sculture? Quali emozioni vi hanno dato?