Due donne del Risorgimento bolognese

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I fatti storici legati ai moti risorgimentali e alle vicende che portarono Bologna (seconda città dello Stato Pontificio) ad essere protagonista di importanti avvenimenti dell’epoca sono noti, valga per tutti la cacciata degli Austriaci dalla città l’8 agosto 1848.
Alcuni dei nomi dei numerosi patrioti che furono parte di quegli avvenimenti vengono ricordati anche dalle vie loro intitolate: Ugo Bassi, Paolo Bovi Campeggi, Giuseppe Petroni, Oreste Regnoli, Aurelio Saffi ecc.. Ma anche le donne fecero la loro parte!

Tra le tante, si vogliono qui ricordare due sorelle di nobili e di famose origini: le sorelle Carolina e Paolina Pepoli. Entrambe erano figlie di Letizia Murat (a sua volta figlia di Gioacchino Murat) e del conte Guido Taddeo Pepoli.

Carolina Pepoli (Bologna, 1824-1892) all’età di ventiquattro anni, nonostante fosse già sposata con il conte Angelo Tattini e avesse due figli in tenera età, si unì ai patrioti che combatterono contro gli Austriaci nel 1848 e, come dimostra la sua corposa corrispondenza, lei stessa fu insieme a coloro che lottarono strada per strada. In una lettera alla madre si legge: Tutti sapevano che ero stata io la prima ad andare in istrada e a lavorare alle barricate e subito son venute in istrada tutte le altre…Non abbiamo paura niente affatto, siamo pieni di coraggio e di energia.
Nei giorni successivi, finita la battaglia, si recò negli ospedali a far visita ai feriti e organizzò eventi benefici per raccogliere denari da distribuire alle famiglie dei caduti. Negli anni seguenti la sua vita non fu troppo felice: morirono due dei suoi figli e poi il marito. Si dedicò dunque sempre di più alla beneficenza e fondò la Società Operaia Femminile.

Paolina Pepoli (nata a Bologna nel 1831) è invece rimasta nella memoria cittadina perché – ventottenne – fu oggetto delle attenzioni di Giuseppe Garibaldi. Giovanissima vedova (aveva sposato il conte Gian Mauro Zucchini Solimei, apprezzato musicista) con un figlio, frequentava spesso la casa della più nota sorella Carolina: Villa Tattini, in via Castiglione.
Nel 1859 il generale Giuseppe Garibaldi, nominato comandante in seconda dell’esercito della Lega Emiliana, faceva frequenti gite a Modena e a Bologna. Nella città felsinea era tra gli ospiti del conte Angelo Tattini e tra le tante dame aveva notato la giovane e bella cognata del nobiluomo. La ragazza usava prendere il caffè insieme alle sorelle sotto un grande albero. Il cuore del generale ne fu toccato, ma per motivi a noi ignoti, la relazione non ebbe seguito. Paolina tuttavia rimase per tutta la vita un’amica sincera e devota di Garibaldi, tanto che si narra che, un anno dopo, durante la spedizione dei Mille, fermatosi a Pizzo Calabro, il generale fece togliere dal castello una delle palle di fucile con le quali fu fucilato Murat (nonno della contessa) e la fece spedire alla signora totalmente ricoperta di fiori: Amabilissima Contessa, invio a lei la palla che tolse ai viventi il prode dei prodi, il valorosissimo vincitore della Moscova, Murat, Re di Napoli. I secchi steli che accompagnano il piombo micidiale furono raccolti sul sito ov’ebbe luogo la scellerata fucilazione …. (da Caprera, 1 gennaio 1860).
L’albero di cui sopra cadde in seguito ad un nubifragio nel 1929 e la villa fu poi chiamata Letizia in onore della moglie del conte Isolani, il nuovo proprietario.
Anni dopo, il complesso perdette anche il belvedere che si protendeva verso via Castiglione.
Paolina Pepoli Zucchini morì nel 1916 all’età di 84 anni.

 

 

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