Clotilde Tambroni, prima docente universitaria senza laurea

Clotilde Tambroni
La storia di Clotilde Tambroni è veramente straordinaria: nata a Bologna il 29 giugno 1758 in una famiglia molto modesta (padre cuoco e mamma casalinga) ebbe la fortuna di avere un insegnante di eccezione, padre Emanuele Aponte, stimato docente universitario.
La famiglia, infatti, dava a pigione una stanza della casa e l’inquilino era proprio il professore. Il docente, per arrotondare lo stipendio, dava lezioni in casa e Clotilde silenziosamente assisteva.
Un giorno, durante un’interrogazione di uno studente assai impreparato, la ragazza rispose al posto suo, dando dimostrazione di aver appreso con grande facilità la grammatica greca. Il religioso, sbalordito, si prese a cuore l’educazione di Clotilde e la seguì a tal punto da renderla la prima docente che, nel 1793, ottenne la cattedra universitaria di Particulae grecae senza nemmeno avere conseguito la laurea.

Si dice che la ragazza fosse alta e bionda, con occhi azzurri. Tuttavia, non si sposò mai. Oltre al greco aveva imparato il latino ed era una buona conoscitrice di lingue moderne quali il francese, l’inglese e lo spagnolo. Quest’ultimo lo apprese direttamente in Spagna, dove aveva seguito il suo antico insegnante -padre Aponte- e dove insegnò presso la Real Academia Espanola. Entrambi, infatti, all’arrivo dei Francesi, preferirono lasciare l’Italia pur di non giurare per la Repubblica Cisalpina.

Nel 1800 rientrò in Italia, dove incredibilmente lo stesso Napoleone le fece restituire la cattedra, che Clotilde mantenne fino al 1808. In quell’anno infatti l’insegnamento del greco fu cancellato poichè la riforma napoleonica privilegiava gli studi scientifici.
Ovviamente contraria a tutto questo, la Tambroni espresse il suo orientamento già nell’orazione a lei affidata per l’inaugurazione dell’anno accademico 1806. In quell’occasione tenne anche a sottolineare il primato femminile nel saper conciliare studi umanistici e scientifici ricordando le antiche Ipazia e Aspasia e le quasi coetanee Laura Bassi e Maria della Donne.

Dopo il forzato pensionamento, Clotilde si dedicò alle traduzioni e alle composizioni poetiche.
Morì giovane, a soli cinquantotto anni, il 2 giugno 1817, nella sua casa di via Barberia.
E’ sepolta nel cimitero della Certosa: la sua tomba è arricchita da un busto, opera di Adamo Tadolini, che lo realizzò con la supervisione di Antonio Canova.
Era sorella di Giuseppe (archeologo, storico dell’arte e diplomatico) e Gaetano (pittore) Tambroni.