Arpad Weisz e il calcio bolognese in tempo di guerra

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Il 16 aprile 1896 nasceva a Solt in Ungheria il calciatore e allenatore di calcio Arpad Weisz, una figura, che fino a qualche tempo fa, era stata completamente dimenticata.

Weisz, di religione ebraica, era stato un giocatore di livello medio alto: aveva infatti militato anche nella nazionale del suo Paese. Abbandonata la carriera attiva, divenne allenatore e, dopo un breve periodo in Sudamerica, venne in Italia, dove seguì l’Alessandria e l’ Ambrosiana (ora Inter).
Con quest’ultima squadra vinse lo scudetto nella stagione 1929-1930.

Nel periodo di permanenza a Milano, fu anche lo scopritore di Giuseppe Meazza, mito incontrastato del calcio nazionale. Negli anni successivi, si spostò lungo la penisola, fino ad approdare a Bologna. Con la squadra cittadina conquistò i campionati 1935-1936 e 1936-1937. Con il Bologna nel 1937 vinse anche il Torneo dell’Esposizione Universale di Parigi. Ebbe anche una discreta fortuna come autore di un manuale per il gioco del calcio, scritto insieme ad Aldo Molinari.

Nel 1938, in seguito all’entrata in vigore delle leggi razziali, Weisz fu costretto a lasciare il lavoro e l’Italia e a recarsi in Francia insieme alla moglie Ilona e ai due figli. Pochi mesi dopo, la famiglia si trasferì nei Paesi Bassi, ma con l’occupazione tedesca la loro sorte fu segnata: furono dapprima portati in un campo di lavoro e poi deportati ad Auschwitz, dove tutti trovarono la morte nel 1944.

Nel 2009, su iniziativa del Comune di Bologna, sotto la torre di Maratona dello Stadio Dall’Ara, è stata murata una lapide in suo ricordo. Stessa cosa è stata fatta a Milano nel 2012, nello stadio Meazza. Il 15 gennaio 2013 Bologna e Inter (due delle storiche società che egli allenò) gli hanno dedicato il quarto di finale di Coppa Italia che hanno disputato in quella stessa data.

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