Bologna, città di traffici e di commerci

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Bologna
, fortunatamente, è sempre stata e continua ad essere un punto di passaggio per gli studi, per le tendenze artistiche, per i trasporti, per il commercio e per tante altre attività.
Il suo centro ha visto nascere e svilupparsi le principali attività economiche cittadine: vediamone allora qualche esempio fin dai tempi più antichi.

Proprio sotto le Due Torri si trova Piazza di Porta Ravegnana, sulla quale si affaccia il Palazzo dei Drappieri, più conosciuto come Palazzo degli Strazzaroli. L’Arte dei Drappieri era una delle più ricche e potenti che esistessero a Bologna, tanto da potersi permettere una sede prestigiosa come l’edificio di cui sopra.
Nella piazza si svolgeva un importante e ricco mercato nel quale i mercanti di panni ovviamente predominavano. Una miniatura contenuta nella loro matricola (1411) e pervenuta fino a noi ci dà la possibilità di conoscere qual era la situazione reale. In primo piano troviamo proprio i banchi degli strazzaroli: propongono la merce, svolgono e riavvolgono le stoffe, contrattano, discutono con i clienti (ad uno provano anche un vestito!). Subito dietro, due facchini trasportano merci; le restanti botteghe espongono un po’ di tutto, dalla mobilia alle pentole. In fondo, si riconoscono le botteghe dei battirame che per secoli ebbero sede alla base della Torre Asinelli.

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Che dire poi di Piazza Maggiore e di Piazza del Nettuno? Chi governava stava ben attento a non scontentare nessuno e quindi, per regolamentare il più possibile i traffici che si svolgevano nel più grande mercato all’aperto, vennero pubblicati periodicamente bandi che potessero regolare l’assegnazione dei banchi, divisi anche in settori.
In Piazza del Nettuno poi, si svolgeva il mercato delle erbe e dunque la “povera” fontana veniva spesso adibita al lavaggio delle verdure. Quando queste ultime si guastavano, la puzza e il marciume sconciavano la bellissima vasca. E quelli che impedivano l’accesso a Palazzo d’Accursio? Il Legato faceva quel che poteva: minacciava sanzioni e grosse multe, ma con scarsi risultati…
Solo nel 1877 le piazze vennero “liberate”: i mercati furono spostati in altri luoghi: i cibi in piazza San Francesco e nel Mercato Coperto di via Clavature; i mobili e tutto ciò che non era di origine alimentare in Piazza dell’8 Agosto (da cui, successivamente, la Piazzola).

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Bologna è poi stata per secoli la capitale del commercio della seta: il Pavaglione è proprio il luogo che ce lo ricorda meglio…Pare che fin dal 1289 i folicelli (ovvero i bachi da seta) fossero posti in vendita pubblicamente. Questo tipo di commercio era esercitato nello slargo tra Piazza Galvani e Corte dei Galluzzi. Come noto, i bachi da seta soffrono l’esposizione al sole, pertanto, per impedire che questo avvenisse, sopra il mercato veniva steso un grande telo, quasi a formare un padiglione (o, appunto, pavaglione).

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Nell’anno dell’Expo di Milano, naturalmente, si parla di cibo. Bologna è notissima per la sua eccellenza gastronomica e per i prodotti di origine suina. Il Mercato del Bestiame, di lunga e consolidata tradizione, si svolgeva presso il Foro Boario (oggi Piazza Trento e Trieste) ed era frequentatissimo: venivano compratori e venditori da tutto il contado e oltre. Nell’ottica di una nuova urbanizzazione della zona, venne poi spostato fuori Porta Lame agli inizi del Novecento.

E le fibre tessili, di grande diffusione nelle nostre campagne? Beh, fino al secondo decennio del XX° secolo sopravviveva nel pieno centro città via della Canepa: non dimentichiamo che nel Seicento nel territorio bolognese si producevano oltre quattromila tonnellate di canapa…
Potremmo continuare ancora per molto, ma, da ultimo, diremo solo di un mercato che ora sarebbe vietatissimo: quello degli uccellini. Si svolgeva fino all’immediato dopoguerra in piazza Malpighi ed era praticamente sulla stessa onda di quello delle Cascine a Firenze.

Oggi i moderni centri commerciali e i supermercati hanno ucciso i negozi al dettaglio e tutta quella rete di rapporti che ruotava intorno ad essi. La modernità è certamente inevitabile e soffrire di nostalgia sarebbe ridicolo, ma è pur vero che il commercio ha perso molto e ha perso molto il tessuto sociale.

Per fortuna, a Bologna, si resiste ancora. Prova ne è tutto quel che rimane tra le meraviglie del Quadrilatero e la frequentazione della Piazzola: veri e propri testimoni di un passato da non dimenticare.

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