Bertrando del Poggetto e il Giotto perduto

Ruderi Castello Porta Galliera

Ruderi del Castello a Porta Galliera

Il 5 febbraio 1327 il cardinale francese Bertrand du Pouget (1280-1352), legato di papa Giovanni XXII per le questioni italiane che noi conosciamo come Bertrando del Poggetto, fece il suo ingresso trionfale in Bologna da Porta San Felice.
Di nobile famiglia, in quanto figlio cadetto fu avviato alla carriera ecclesiastica. Dopo una fulminea ascesa, lo zio materno divenuto poi papa con il nome di Giovanni XXII, lo elevò alla porpora cardinalizia.

Nel 1319, nel pieno delle lotte tra il papato e l’impero, fu inviato in Italia, dove nel giro di sette anni riuscì a ribaltare i rapporti delle forze in campo. Nel frattempo, venne nominato legato pontificio per Lombardia, Romagna e territorio bolognese col preciso obiettivo di impadronirsi di Bologna, città strategica per contrastare i ghibellini. Nel disegno politico del papato, infatti, doveva diventare il centro della riscossa del fronte guelfo e della Santa Sede.

La città, fiaccata dalle lotte interne e dalla tremenda sconfitta subita a Zappolino il 15 novembre 1325 dalle truppe modenesi, decise di affidarsi al cardinale legato, scegliendo quello che appariva il male minore.
Nel 1330 fece costruire nei pressi di Porta Galliera il castello “dei papi”: grandiosa struttura, di forma quadrangolare, cinta da fossati profondi che doveva servire come sede provvisoria pontificia (il rientro del papa da Avignone veniva considerato imminente) e come roccaforte. Alle strutture difensive affiancava la purezza delle forme e dei decori, elaborati dagli artisti più famosi: la cappella fu, secondo la tradizione, decorata da Giotto.

Ma Bologna non tollerò a lungo l’oppressione di un regime che poco a poco privava di ogni valore le gloriose magistrature cittadine: il peso fiscale imposto dal legato e l’obbligo di partecipare alle continue guerre che opponevano il fronte guelfo al ghibellino fecero ben presto precipitare la situazione: nel marzo 1334 esplose la rivolta.

Bertrando del Poggetto venne costretto a ritirarsi nel nuovo castello, da dove – dopo un lungo assedio – riuscì ad uscire solo l’anno successivo e grazie alla mediazione di Firenze. I Bolognesi saccheggiarono e rasero al suolo il castello dei papi che fu poi riscostruito altre quattro volte, e quattro volte distrutto (l’ultima nel 1508, con papa Giulio II). Le sue rovine sono ancora oggi visibili.

Bertrando rientrò in Francia, alla corte papale dove, morto lo zio papa, fu emarginato. Morì nel 1352. Viene ricordato anche da Umberto Eco nel famoso romanzo Il nome della rosa.

“I protagonisti” Sala 7 di Palazzo Pepoli – Museo della Storia di Bologna

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