Arturo Martini: due mostre per il più importante scultore del ‘900

"Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta" a Palazzo Fava, Bologna.

“Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta” a Palazzo Fava, Bologna.

Due mostre e due città per celebrare il più importante scultore del ‘900 italiano: Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947).
Sessanta opere tra Bologna e Faenza che ripercorrono il lavoro dell’artista trevigiano considerato il maggiore creatore di immagini plastiche del secolo.

Arturo Martini. Creature. Il sogno della terracotta, la mostra di Bologna presso Palazzo Fava, a cura di Nico Stringa, ha aperto al pubblico domenica 22 settembre. Qui sono esposte per la prima volta assieme le grandi terrecotte che lo scultore realizzò tra il 1928 e il 1932: le Creature, così Massimo Bontempelli ha definito le figure sognanti che Martini ha realizzato nel periodo centrale della sua attività, imprimendo una scossa decisiva al clima monolitico della scultura italiana.

Come è noto, nel volgere di un arco temporale relativamente ristretto, con un lavoro febbrile concentrato a volte in poche settimane, Martini ha vissuto quello che egli stesso ha definito il periodo del canto, la fase della sua poesia più alta durante la quale ottiene il massimo riconoscimento. Con le grandi terrecotte, infatti, lo scultore ottiene, nel 1931, il primo premio per la scultura alla I Quadriennale di Roma e, nel 1932, ha una sala personale alla Biennale di Venezia aprendo il varco a tante successive sperimentazioni.
In questo ciclo, ad esemplare unico, non c’è solo un culmine ma vi si riscontra anche il punto critico della poetica dell’artista.

Una mostra inedita da non perdere! Nelle sale affrescate dai Carracci sono anche esposte, per la prima volta, le opere acquisite nel 1950 dal Museo Middelheim di Anversa e mai più rientrate in Italia da allora: La lupa (1932), Chiaro di luna (1931-32), Sport invernali (1931-32), Donna al sole (1930) oltre alla Madre folle (1929), Le sorelle (Le stelle) (1932), Convalescente (1932), Ragazzo (1930), Venere dei porti (1932), e capolavori come l’Aviatore (1931-32) e Attesa (La veglia) (1931-32).

Dal 12 ottobre la mostra al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà completerà il percorso artistico del grande artista lasciando spazio a tutti i materiali da lui utilizzati (ceramica, bronzo, legno, marmo, pietra, gesso).

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