Alfredo Testoni, bolognese fin sopra i capelli

Alfredo Testoni, 1931

Alfredo Testoni, 1931

Il più noto commediografo e poeta dialettale bolognese nacque l’11 ottobre 1856 in via San Felice. Tuttavia, sarebbe un errore circoscrivere la sua produzione in un ambito esclusivamente locale e insistere nel volerlo racchiudere nel consueto clichè: Testoni fu anche uno dei protagonisti del teatro e della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Né rimane da trascurare il suo lavoro di giornalista: collaborò, infatti, tra gli altri, con il quotidiano Il Resto del Carlino, con il Capitan Fracassa e con il periodico umoristico Ehi! Ch’al scusa. Così come fu un ottimo sceneggiatore di cinema.

Fu sempre legatissimo a Bologna, tanto da definirsi egli stesso “bolognese fin sopra i capelli”. Uno dei suoi personaggi più famosi, oggetto di più di un libro, è la Sgnera Cattareina (la signora Caterina), sagace figura della bassa borghesia che giudica e consiglia i suoi contemporanei in monologando in un saporito dialetto. Nel volume Ottocento Bolognese riunì aneddoti ed episodi che videro protagonisti i personaggi di maggiore rilievo della città felsinea. La sua opera più nota è sicuramente la commedia Il Cardinale Lambertini (1905), scritta in lingua italiana, i cui interpreti più famosi rimangono Ermete Zacconi e Gino Cervi.

Tutta la produzione di Testoni ebbe alto gradimento dal pubblico grazie alla forza comica, al brio e all’ironia della scrittura. Legatissimo alla moglie Cesira, al cane Leo, agli amici e all’ambiente bolognese, mantenne rapporti con D’Annunzio, Trilussa, Ermete Novelli, Emma Gramatica e tanti altri intellettuali e artisti del tempo. Morì nella sua città il 17 dicembre 1931.

Dal 1982 l’archivio personale di Alfredo Testoni è conservato presso la Biblioteca d’Arte e di Storia San Giorgio in Poggiale, dove è stato catalogato ed è stato oggetto di una mostra nel 2003 (Alfredo Testoni. Sotto i portici e dietro le quinte). Tra le carte di questo importantissimo patrimonio, possiamo trovare: documenti e fotografie di famiglia e di teatro; copioni di commedie in dialetto bolognese e in italiano; sceneggiature di film; manoscritti di sonetti e conferenze; locandine; scambi epistolari con personalità dello spettacolo e della cultura dell’epoca; immagini di cinema; caricature ecc..
In Palazzo Pepoli, lungo il percorso del Museo della Storia di Bologna non poteva non trovare un suo spazio.
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