Adele Cremonini Ongaro: una scrittrice per l’infanzia da ricordare

Nano Pancetta
Questa settimana a Bologna si tiene l’ormai consueto appuntamento dedicato alla Fiera del Libro per Ragazzi . Avvenimento importantissimo, soprattutto perché coinvolge i giovani e i giovanissimi, che saranno i lettori del futuro.

Nella Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, si conservano alcuni volumi di letteratura per l’infanzia. Tra questi, Nano Pancetta di Adele Cremonini Ongaro, scrittrice purtroppo ormai dimenticata.
Pare giusto, allora, ricordarne la figura approfittando dell’occasione che la città ospita in questi giorni.

Adele Cremonini Ongaro nacque a Fidenza nel 1908, ma a Bologna passò gran parte della sua vita, tanto che lei stessa la considerò la sua città. Dotata di rara intelligenza e di acuta sensibilità, colta e intuitiva ebbe un’esistenza segnata dalla prematura morte del marito. Crebbe ed educò da sola i suoi cinque figli, continuando ad esercitare il suo magistero: era infatti insegnante elementare. Ma, per i suoi allievi, fu anche una vera e propria maestra di vita.

Iniziò a scrivere per i piccolissimi nel 1946 pubblicando Roselline di Natale. Dal 1948 collaborò con il Giornalino della Domenica usando lo pseudonimo di Cenerentola. Fu poi molto attiva nella traduzione e negli adattamenti di testi classici per l’infanzia presso diverse Case Editrici e continuò a pubblicare sue opere originali sia in prosa sia in versi. Il suo stile, semplice ma arguto, le derivava da doti naturali, ma anche da un costante lavoro di ricerca.

Scrisse anche per gli adulti e non solo in italiano: si ricorda un volume di liriche in dialetto bolognese dedicate alla Madonna. Collaborò poi periodici e quotidiani nazionali pubblicando numerosi articoli. Legata poi al suo lavoro fu la compilazione di un corso di lettura per il primo ciclo della Scuola Elementare, Cartelle Nuove, in cui fece rientrare tutta la sua lunga e proficua esperienza di insegnante.

Dal 1966 fu Presidente dell’Istituzione Bolognese per la Protezione dell’Infanzia Abbandonata, a cui dedicò tempo e fatiche, riuscendo ad ottenere risultati eccezionali.
Della sua produzione poetica e letteraria, oggi purtroppo in maggior parte esaurita, si ricordano: Puffo Paffo, Il libricino del pollaio, La stufa di terracotta, La piccola Teresa ecc..

Morì a soli sessantuno anni, nel 1969. Tre anni dopo, il 2 giugno 1972, il Presidente della Repubblica ne ricordò la memoria con il conferimento della medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte e Bologna dedicò alla sua memoria una scuola primaria, che si trova in via Bellombra n. 28.